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Appalti, Mafie E Sfruttamento. Nebbia Sulla Strada Per Le Olimpiadi Di Cortina

Appalti, mafie e sfruttamento. Nebbia sulla strada per le Olimpiadi di Cortina

Il caso della Garda srl, l’impresa colpita da interdittiva antimafia dalla Prefettura di Mantova nell’ambito dei lavori per i Mondiali di Cortina 2021 solleva alcune questioni che è utile analizzare.

La ditta mantovana non compariva tra le ditte impegnate nei lavori in vista dei Mondiali di Cortina del 2021, si era limitata a distaccare una manciata di operai ad un Raggruppamento Temporaneo di imprese che comprendeva la Site di Bologna, la Valtellina di Gorle nel bergamasco e la Milani Giovanni & C. di Osnago in provincia di Lecco. Tutte ditte di rodata esperienza nel settore delle telecomunicazioni e dell’impiantistica elettrica. La Garda era entrata così nel grande giro degli appalti malgrado, secondo gli inquirenti, molte tracce riconducano la ditta mantovana nell’orbita della clan Iannazzo di Lamezia Terme.

 

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Il dispositivo del distacco dei lavoratori è previsto dalla legge e sancisce che per determinati periodi di tempo e per lavori che esigano professionalità particolari una ditta possa chiedere di affittare operai ad una altra impresa. In questo caso non erano in gioco particolari professionalità, anzi rimane un mistero il motivo per cui la bolognese Site Spa, un’azienda con duemila dipendenti e una solida esperienza nel settore, debba richiedere il distacco di una manciata di lavoratori della Garda srl, operai sprovvisti di particolari professionalità. Ottenendoli per altro, come sottolineano gli investigatori, con contratti palesemente non validi in quanto gli operai – alcuni dei quali “gravati da precedenti rilevanti sotto il profilo della normativa antimafia” – venivano assunti dalla Garda srl giusto il tempo per distaccarli prefigurando così la “somministrazione di lavoro irregolare”.

Quello che viene evidenziato dai sindacati è la ricerca di compressione dei costi del lavoro dovuta alla necessità del massimo ribasso per aggiudicarsi i lavori dei Mondiali. La via più semplice per comprimere i costi è quella di impiegare nei cantieri operai inquadrati con contratti diversi da quelli dell’edilizia, che è il più costoso e quindi contratti dei trasporti, da metalmeccanici, multiservizi, persino delle cooperative sociali. Contratti che garantiscono un risparmio fino al 20% del costo della manodopera.

Purtroppo ad oggi il provvedimento di interdittiva nei confronti della Garda srl non è stata occasione per compiere un revisione dei processi di affidamento e di conduzioni dei lavori nei cantieri dei Mondiali 2021.

Ad oggi il provvedimento di interdittiva nei confronti della Garda srl non è stata occasione per compiere un revisione dei processi di affidamento e di conduzioni dei lavori nei cantieri dei Mondiali 2021. Condividi il Tweet

I contratti di distacco erano, come sottolineano gli investigatori, palesemente non validi in quanto gli operai – alcuni dei quali “gravati da precedenti rilevanti sotto il profilo della normativa antimafia” – venivano assunti dalla Garda srl giusto il tempo per distaccarli prefigurando così la “somministrazione di lavoro irregolare”. Ma i contratti vanno sottoscritti in due e a quanto ci consta nessun provvedimento sanzionatorio ha raggiunto, ad oggi, l’impresa bolognese.

Inoltre i contratti di distacco erano passati anche al vaglio della centrale appaltante i lavori, l’Anas, che gli ha autorizzati senza rilevare nulla di anomalo. A questo proposito i responsabili di Anas hanno dichiarato: “l’autorizzazione è subordinata alla preventiva acquisizione, da parte della stazione appaltante, delle informazioni antimafia sul conto dell’impresa distaccante. A questo proposito occorre ribadire che Anas esegue le necessarie verifiche di natura amministrativa e, non essendo un Organo Inquirente, in caso di esito positivo di tali verifiche chiude il procedimento”. Eppure una circolare del Ministero degli Interni sottolinea come il contraente generale, in questo caso Anas, sia “garante della corretta trasmissione dei dati inerenti a ciascuna impresa coinvolta nell’esecuzione dei lavori e del regolare andamento del flusso informativo […] Per questo aspetto, ma anche per gli ulteriori impegni che attraverso il Protocollo vengono a gravare sul contraente generale, quest’ultimo non può non essere considerato un soggetto attivamente partecipe ed interprete del sistema di prevenzione antimafia”. Non propriamente un passacarte, quindi.

Nel verificare la posizione di Garda srl gli inquirenti hanno messo in luce diverse irregolarità nella conduzione dei cantieri di Site spa tra cui la presenza di maestranze “non presenti nel data base” dell’Inps e quindi presumibilmente impiegati in nero. Inoltre sarebbe stata verificata “la presenza presso i cantieri di mezzi d’opera, spesso non censiti correttamente nella banca dati prevista dal piano di legalità, intestati ad altre società talvolta riconducibili agli stessi assistenti tecnici distaccati dalla Garda e di cui uno senza targa”.

Un aspetto particolarmente inquietante parrebbe proprio quello delle “rilevanti discrepanze” nella comunicazioni inserite nella banca dati prevista dal Piano per la Legalità sottoscritto dalla Prefettura con Anas Spa. A fronte delle “rilevanti discrepanze” accertate dagli investigatori e della situazione rilevata nei suoi cantieri, la Site spa ha proseguito imperturbabile i suoi lavori limitandosi a sostituire la Garda srl con una nuova ditta, la General Impianti System e nessun provvedimento, malgrado il Protocollo di legalità sottoscritto da Anas lo preveda, è stato preso nei suoi confronti.

Ricordiamo che per le Olimpiadi di Cortina – di cui i Mondiali costituiscono un antipasto – sono previste, ed in esecuzione, opere in Veneto per 325 miliardi di euro.

Volgendo lo sguardo al lato “mafioso” della vicenda occorre annotare quanto leggiamo nell’interdittiva: gli elementi raccolti dagli inquirenti “danno conto di un vero e proprio sistema di rete, organizzato per eludere la vigilanza antimafia (aggirando gli ostacoli correlati al controllo sugli appalti e subappalti) e mantenere il controllo di fatto dei cantieri, mediante il ricorso ad altri strumenti solo apparentemente corretti (contratto di distacco, noli a freddo da parte di società solo apparentemente indipendenti) e la connivenza degli altri lavoratori pregiudicati”.

Riassumiamo alcune considerazioni:

a) La Garda srl aveva sede presso uno studio di consulenti del lavoro e il vecchio amministratore di una società “gemellata” alla Garda è un commercialista veronese operante su Mantova e già in contatto con l’entourage della famiglia Giardino. Ancora una volta l’expertise dei professionisti risulterebbe decisivo nelle strategie dei gruppi criminali.

Il vecchio amministratore di una società “gemellata” alla Garda srl è un commercialista veronese operante su Mantova e già in contatto con l'entourage della famiglia Giardino Condividi il Tweet

b) La gestione della forza lavoro e il suo disciplinamento, come già rilevato in altre situazioni, è un aspetto centrale nell’operatività mafiosa. Non a caso molti degli operai distaccati dalla Garda avevano “compiti di controllo del personale e sostanziale direzione dei cantieri”.

c) Il dispositivo dell’appalto si conferma un passaggio di grande criticità. La tendenza, come sottolineava il compianto Ivan Cicconi, alla “fuga dalle regole” da parte della moderna impresa a rete che vuole “trasformare la relazione di rapporto a tempo indeterminato in contratto di appalto, che vuole avere non più di cento lavoratori con contratto a tempo indeterminato a fronte di diecimila appaltatori, per raggiungere questo modello devo sfuggire dalle regole storicamente determinabili in un contesto diverso, quindi la contrattazione atipica è quanto di più tipico ci sia. Praticamente è il nuovo modello imprenditoriale che cerca di scappare dal vecchio, un modello nuovo che tenta l’illegalità”.

d) Le modalità di controllo, malgrado il positivo protocollo di legalità sottoscritto da Anas e dalla Prefettura di Belluno, non possono tradursi in un controllo formale delle certificazioni antimafia, ma deve assumere le condizioni e le modalità di regolazione del lavoro come criterio fondamentale di giudizio

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